Forse allora basta dire che sono, o sono stati, tutti davvero bravi!
CIAO!
er pesce era passato
muto e senza spine.
Nell’Albione perfida e a modello,
cavalli mozzicanti invece che er manganello.
S’era partiti pè n’impresa,
de quelle da raccontà davanti ar focolare,
tutto bruciava ‘n petto,
muto er cellulare.
Chi era rimasto in terra sampietrina
era du’ giorni che nun dormiva come dormiva prima
er traffico nun c’era,
i semafori silenti,
i dentisti s’erano rifiutati de cavà li denti,
i televisori a palla coprivano li piatti apparecchiati,
qualcuno pannellava,
sciopero dei carbroidrati.
Poi venne l’ora…
quella che nun viè pe’ tutti
eravamo tutti belli a papà,
nun esistevano più li brutti,
nun era un sogno era reale,
manco li gabbiani sur tetto der Quirinale.
Parte l’orologio, fischia l’omo in giallo,
partono le vene, pompa er core de metallo,
manco la prima scarica de adrenalina pura,
che ar decimo più o meno l’idraulico ce stura,
ce stura er lavandino dove nun score niente,
se non il sangue de chi crede a la panza e no alla mente,
tu pensi “daje… daje regà, nun è successo niente,
è ‘na battaja, battaja dirompente,
via la maja dai carzoni! Sporcateve er battente!”
e invece niente…
li vedi rotolà su un prato all’inglese
come ‘na balla de fieno a Porta Portese.
Poi parte un conto alla rovescia dei malrovesci che ce danno
pensi ancora “daje… basta poco!” si… ma quanno?
Nun c’è er tempo pè fermà er tempo boia
pensi “mai… mai, un giorno de gloria”
e qui, papà, devi pensà… sì!
Che chi dopo sta sera d’aprile è annato a festeggià
la gioia la troverà solo sulle disgrazie altrui
pè sta gente nun c’è luce… papà, ma solo giorni bui !
perchè chi pe’ sorride deve vedè piagne uno, mille e centomila
è uno che nella vita sua starà sempre in fila
chi invece la prova… la vita sulla pellaccia
nun starà mai a chiede un sorso da’ n’artra boraccia
sii orgoglioso, a papà, de’ provà emozioni davanti 11 leoni
a vorte un po’ cojoni… è raro, amore mio
è raro come te
e come mamma tua
che dopo er 7 a 1, c’ha lasciato a sparecchià
“Li mortacci sua!!!”
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I catalani superano 5-2 il Getafe in semifinale di coppa del Re. Doppietta dell’argentino, che realizza il primo gol scartando 5 avversari come Diego in Argentina-Inghilterra del Mondiale ’86.
Il paragone tecnico con il gol di Maradona, 20 anni e 10 mesi dopo: 12 secondi contro 10.8, 60 metri invece di 62, 13 tocchi a 11, tre dei quali con il destro (compreso quello finale) mentre Diego usò solo il sinistro, 5 giocatori saltati (Nachio, Paredes, Alexis, Belenguer, Luis Garcia) contro 6 (Hoddle, Reid, Samson, Butcher, Fenwick, Shilton), 53.679 spettatori al Camp Nou contro i 114.580 dell’Azteca. “Diego giocò con le pause e le accelerazioni, Messi ha deciso per la verticalizzazione e l’accelerazione”, ha detto Jorge Valdano, presente sul campo all’Azteca”.
I presupposti per la gara non sono buoni tanto che Batta lo dice apertamente:
“Abbiamo avuto problemi in tutto il week-end ma Max ora è sereno, consapevole che tutto quello che si poteva fare è stato fatto. Ora tocca solo a lui mettere qualcosa di più”
Gara 1
Consapevole allora di non avere le cose carte per potersela giocare con i primi, Biaggi affronta gara uno a denti stretti. Ottima la partenza che gli fa guadagnare immediatamente alcune posizioni, poi pian piano si vede che se è partito dal dodicesimo posto qualcosa c’era ed infatti non ha mai il guizzo per andare avanti ma si trova a battagliare, anche con qualche sportellata, con i giovani italiani fino a giungere ottavo al traguardo. Risultato che vedremo quanto sarà importante in un campionato così equilibrato come questo.
Gara 2
Qui le cose cambiano. La pista risponde meglio e Biaggi decide di tornare alle regolazioni del venerdì, quando le cose non andavano benissimo ma neanche così male. Non c’è voluto molto per capire che stavolta era tutta un’altra gara. Ancora un’ottima partenza che lo catapultava alle spalle di Nieto e da lì la splendida rimonta che lo portava fino alle prime posizioni a duellare con Bayliss. Un errore di Bayliss, uno a seguire di Biaggi, fino a che il pilato romano si ritrova in terza posizione staccato, e di molto, dal duo di testa che nel frattempo aveva guadagnato un buon vantaggio. E mentre Toseland e Haga duellavano, giro dopo giro Biaggi guadagnava preziosi decimi che lo portavano a ricucire lo strappo a due giri dal termine. Un poco di respiro e arriva l’ultimo giro. Toseland è primo, Haga secondo, Biaggi pronto per il sorpasso, che puntualmente arriva a tre curve dal termine facendo guadagnare al campione romano una preziosa seconda posizione e lasciando negli occhi degli appassionati una fantastica rimonta.
Il week end sembrava non promettere niente di buono per Max, sempre a più di un secondo dai primi. Così la superpole di sabato lo teneva in seconda fila piuttosto distante dal missile Bayliss ma anche da Haga e Toseland.
Gara 1
Max parte male, la prima volta in questo campionato, e così si ritrova in mezzo alla mischia mentre i primi guadagnano immediatamente terreno. La svolta della gara è sicuramente il ritiro di Bayliss, sempre stato il più veloce nel weekend, che si ritrova disarcionato, probabilmente dall’elettronica Ducati, e con un mignolo “consumato fino all’osso” che non gli permetterà di partecipare neanche alla seconda gara.
Nel frattempo Max inizia la sua rimonta che lo porterà fino al terzo gradino del podio:
“Ho dovuto forzare parecchio per tentare di raggiungere i tre piloti al comando, ma purtroppo non ho fatto in tempo, James Toseland era troppo lontano, ma credo che contro Troy Corser, avrei avuto qualche chance in più.”
Gara 2
Qui le cose cambiano. Fuori dai giochi Bayliss e dopo pochi giri Toseland (per guai meccanici) la gara è tutta fra Max ed Haga (anche se in realtà era un terzetto con Corser che però non ne aveva per sorpassare gli altri).
Con Max in prima posizione per diversi giri si è subito visto che non ce ne sarebbe stata per nessuno a meno di un suo errore (fra l’altro più volte fatto alla Melbourne) che purtroppo è arrivato all’ultima staccata:
“Ho fatto una grande battaglia con Haga e Corser. Ho condotto bene la gara, anche se purtroppo un piccolo errore all’ultima curva, mi è costato la vittoria, ma queste sono le gare!”
La cosa interessante è che tutto è avvenuto nell’arco di una settimana.
Calcio: Navarro spacca il naso a Burdisso nella rissa Valencia-Inter… poi si scusera’;
Fred assesta una bella gomitata sul naso di Chivu. Poi con faccia angelica negherà il tutto…
Basket: Tyler Hansbrough viene atterrato da Gerald Henderson
Hokey: Hollweg riceve da Chris Simon un bel colpo secco (come nell’hollywoodiano film di Paul Newman) fra i denti… questo è sport!!!
Alla faccia di quanti scommettevano sul suo fantasioso passaggio in F1.
Chissà le risate che si facevano alle nostre spalle i Montezemolo, i Lapo e i Rossi dei quali oggi capiamo forse gli intenti.
Qualche prova sulla rossa di Maranello, un fottio di giornalisti pronti a far rimbalzare la notizia in tutto il mondo e tutto per cosa?
Per preparare la strada a questa bella trovata pubblicitaria: la Fiat sulla carena della Yamaha!
Facevano un giro di pista…
Si fermavano…
Facevano finta di sistemare due bulloni…
I fotografi fotografavano…
I giornalisti si esaltavano scartabellando alla ricerca di degni paragoni.
E loro?
“Che dici Luca, facciamo 10?”,
“10 è troppo, diciamo 5. Dai pensaci su, fai un altro giro…”.
E così di nuovo fino ad arrivare ai 7,5 milioni di Euro.
Però quel che conta è vedere il marchio italiano ben sponsorizzato su una moto… giapponese!!!
Per il resto c’è tempo.
Magari non sarà prima del 2008, ma la speranza è l’ultima a morire…
Poi d’altronde se Biaggi corre ancora in SuperBike con 15 anni di differenza, facendo le dovute proporzioni, fra qualche anno, troveremo il dottore alla guida di uno shuttle sponsorizzato dal Vaticano…
E via verso il regno dei cieli alla destra del padre…